Come nasce il Barolo?
Inizialmente fu un esperimento, poi una quasi operazione di marketing. La nascita del Barolo, però, ha dietro una storia da raccontare.
Barolo è un paesino delle langhe piemontesi, a lungo legato alla tradizione aristocratica del territorio. Dà il nome ad un pregiatissimo vino che affonda le sue radici nel XIX secolo a margine di due azioni davvero innovative per l’epoca. La prima riguarda un esperimento che toccò anche l’altra parte del globo terrestre. La seconda si può definire un’antesignana operazione di marketing. L’intero territorio è legato a doppia mandata ai marchesi Falletti che fin dal 1250 lo ebbero in feudo. L’attuale zona del Barolo fu pressoché per intero di loro proprietà. La dinastia si estinse nel 1864 con la morte dell’ultima marchesa, Giulia Colbert.
La spedizione del 1841
Il 22 ottobre 1841 salpò un vascello dal porto di Genova con destinazione Rio de Janeiro, Brasile. Nel carico c’erano 141 barili di vino rosso del 1840, più qualche bottiglia del '38. Era vino prodotto nelle cantine della Tenuta Reale di Pollenzo, frutto di uve nebbiolo provenienti da Roddi, Verduno, Santa Vittoria d'Alba e Serralunga. Non si trattava di una vendita: sulla bolla di spedizione c'è scritto "Saggio di trasporto in America". Quel vino, infatti, attraversò l'Atlantico, affrontò le onde oceaniche e le impervie perturbazioni dell'inverno e subì lo shock termico del passaggio all'Equatore. Dopo essere rimasto due anni in Brasile ritornò a Genova e da lì nella Tenuta del re Carlo Alberto. Si trattava di un esperimento capace di dimostrare che il vino piemontese poteva essere trasportato da un polo all'altro della Terra, senza soffrire alcuna alterazione dannosa. Si trattava del famoso Barolo.
Il Barolo e la prima operazione di marketing
Juliette Colbert era nota in Italia come Giulia Falletti di Barolo. Oltre che a munifiche opere di beneficenza e aiuto ai poveri ed i malati presso Torino e altrove, la marchesa si occupò, con tenacia, di perfezionare e promuovere il già celebre vino di corte. Discendeva infatti da un'antica famiglia di vinaioli francese. Sfrutto il "metodo Staglieno” per perfezionare e diffondere il vino di sua produzione in tutte le corti d'Europa. Tuttavia, fu un colpo di genio a renderla ancora più celebre di quanto già fosse. Un giorno, infatti, la marchesa Falletti spedì al re Carlo Alberto 325 botti di Barolo. Ogni botte valeva per un giorno dell'anno ad eccezione del periodo di astinenza quaresimale. Il regalo fu così apprezzato che Sua Maestà decise di comprare la tenuta di Verduno per potervi avviare una sua produzione personale.
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