Come nasce lo Champagne?
Il vino delle occasioni più importanti, nato da una serie di "incidenti"
Le origini
Premettendo che anche lo Champagne è un vino, iniziamo a raccontare questa storia identificando il periodo storico e il luogo geografico nel quale tutto ha avuto inizio. Fin dall’antica Grecia si era capito che il mediterraneo rappresentasse l’ambiente ideale per la crescita di vitigni di ogni genere, infatti ventisei secoli fa, quando i greci fondarono Marsiglia iniziarono a piantare viti in Provenza. Tuttavia bisognerà aspettare che Giulio Cesare conquisti la Gallia nel 32 a.C., per vedere le prime viti anche nel resto della Francia continentale che presenta condizioni ambientali sicuramente differenti e non proprio favorevoli alla crescita di viti.
L’area geografica
La Champagne è la zona vitata più a nord del paese che ha la fortuna di avere un sottosuolo composto da calcare bianco, ed è proprio questo il primo elemento che rende particolari i vini di questa regione. Ci troviamo in una zona ideale, non troppo distante dal clima più rigido dell’Atlantico e anche abbastanza ad est per godere del clima continentale, al confine quindi tra due influenze che generano estati brevi e molto calde, rallentando quindi la maturazione dell’uva e di conseguenza anche la raccolta.
Gli “incidenti” fortuiti
Durante il XVII secolo, ai tempi del primo Champagne, alcuni produttori si imbatterono in un inverno particolarmente freddo che congelò le fermentazioni delle uve spremute e messe in botte. In tanti però cercarono di recuperare a questo primo incidente seppur senza gli strumenti di oggi, infatti questi vini presentavano zuccheri e residui che potevano causare una nuova fermentazione nel momento i cui il vino si fosse decongelato.
Accadde proprio questo. I trasportatori delle botti riempite con il vino dalla fermentazione interrotta, nello spostamento verso climi più caldi, davano l’avvio alla ripresa della fermentazione e di tanto in tanto erano costretti a rimettere il sughero, saltato via dalla botte a causa della pressione. Seppur la doppia fermentazione non influisse sulla qualità del vino, questa fu considerata a lungo un difetto. Sono quindi le caratteristiche del suolo rare e le condizioni ambientali uniche, unite alla casualità del gelo e alla fermentazione successiva, gli elementi chiave da cui ha origine questo vino che tutto il mondo adora.
La perfezione dell’effervescenza
Abbiamo sottolineato come da questi “incidenti” nacque questo metodo di produzione unico, ma ancora imperfetto. Solo dopo tanto studio e grazie ad una vera e propria rivoluzione tecnologica, fu possibile catturare quell’effervescenza naturale tipica della fermentazione in botte e replicarla in bottiglia. Anni di trucchi, di ricerche e nuove invenzioni hanno permesso all’uomo di sviluppare e perfezionare nel tempo lo champagne, inizialmente bocciato dall’aristocrazia francese, ma poi consacrato proprio da Luigi XV che ne consentì la libera vendita, dando il via al successo del vino più famoso del mondo.
Fonte | Oscar Farinetti: Serendipity - 50 storie di successi nati per caso
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