Il Rum
Non c’è sapore migliore di Caraibi di quello che il rum lascia in bocca. La storia del Caroni, però, è più simile ad una favola che ad un business.
Il rum conquista i turisti, il rum ruba il cuore e dà vita a nuovi amori. Il rum stabilisce una connessione duratura tra chi lontano dai Caraibi sogna di tornarvi. Ha una storia talmente affascinante che, tra tante leggende, arriva ai giorni nostri carica di pathos. Il mito si diffonde grazie a Robert Louis Stevenson e al poema "Fifteen men on the Dead Man's Chest" nel suo libro “L'isola del tesoro”.Il rum tra mito e leggenda
Uno dei racconti più diffusi narra che i pirati fossero soliti miscelare rum e polvere da sparo prima di assalire le navi. Il più famoso riguarda l’ammiraglio Nelson. Vinse la battaglia di Trafalgar, ma ci lasciò le penne. Il suo corpo venne immerso in una botte piena di rum, che fu poi nuovamente sigillata per riportare le spoglie in Inghilterra nelle migliori condizioni possibili. Nella terra di Albione, all’apertura della botte, si scoprì che non vi era più neanche un goccio del prezioso liquore. I marinai, infatti, avevano praticato un buco nella botte e si erano tracannati la parte non assorbita dal cadavere. Da qui lo slang “Sangue di Nelson” usato in Gran Bretagna per indicare il rum.Rum, ron e rhon
La storia del rum risale al periodo della schiavitù e si interseca con l’epoca coloniale. E’ in questo contesto che la canna da zucchero viene lavorata e distillata per riempire barili e barili. A secondo del popolo conquistatore, assume nelle letterature di riferimento un nome differente. Nelle colonie anglofoni chiama rum, nelle francesi rhum nelle spagnole ron.La “leggenda” Caroni
La storia del Caroni, se non fosse certificata da Luca Gargano, titolare della più importante azienda italiana di importazione di distillati, sarebbe da annoverare tra i miti di cui sopra. La Velier di Genova è praticamente l'importatrice unica di un rum molto importante che proviene da Trinidad. Le bottiglie sono vere e proprie leggende, battute all’asta a prezzi altissimi. Tutto nasce da un suo viaggio nel Mar dei Caribe alla ricerca di uno storico stabilimento di distillazione. Al suo arrivo sull’isola si ritrovò davanti lo scheletro della fabbrica con rottami sparsi lungo il selciato ed una donna nei paraggi a stendere il bucato. Con educazione e quasi singhiozzando, chiese il perché fosse stata abbandonata. La risposta lo gelò: un ordine governativo di qualche anno prima. A Gargano cadde il mondo addosso, ma trovò la forza interiore di chiedere se in casa avesse ancora del rum. La donna sorrise e lo condusse in un capannone dove erano conservati migliaia di barili invecchiati di 20-30 anni. Per lui un paradiso terrestre. Non passò molto che contattò il curatore fallimentare acquistando l’intera conserva. Nel 2005, a Genova, già si imbottigliavano le prime curatissime confezioni tutte ben etichettate e numerate. Il resto è storia.
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