Il Verderame

Fu usato, per puro caso, la prima volta per scoraggiare i malandrini intenti a rubare l’uva dai primi filari delle viti.

Il Verderame

Per comprendere cosa sia il Verderame, vale a dire quel miscuglio blu che si spruzza, ad esempio, su viti e ulivi bisogna partire da lontano. Questo perché il rame è cosa assai antica: ha accompagnato la storia dell'uomo fin dal V millennio a. C., soprattutto nell'Europa centro-orientale. Lì veniva utilizzato per la fabbricazione di utensili e armi. In tempi più recenti è stato usato con successo come alghicida, battericida e fungicida, e ha avuto un vero boom con l'arrivo della peronospora della vite, della patata e del pomodoro. Il rame come poltiglia bordolese è usato dalla metà del 1800 e questo metallo non subisce degradazioni nel tempo. Il verderame, quindi, se impiegato in gran quantità, può diventare un problema per il benessere della terra.

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L’origine del Verderame

Quando venne inventato il Verderame fu accolto come il rimedio assoluto alla peronospora, e tutto per puro caso. Fu l'ampelografo Alexis Millardet a scoprire fortunosamente il rimedio contro questo parassita, arrivato dall'America in un'Europa già in crisi per i danni provocati dalla fillossera. Durante una visita nella regione di Bordeaux, aveva notato che le viti ai bordi delle strade non erano state attaccate dalla malattia. Il responsabile aziendale gli spiegò che il fatto era semplice e curioso allo stesso tempo. In pratica si era stufato di vedersi continuamente rubare i grappoli che stavano nei primi metri dei filari vicino alla strada e si era inventato una soluzione di acetato basico di rame o vetriolo blu. Questo lo aveva mescolato con calce, per imbrattare l'uva delle prime viti di ogni filare. L’obiettivo era dissuadere, per via del colore azzurro, i ladri d'uva. Ecco che aveva inventato il verderame, ma lui lo aveva creato solo per scoraggiare i furfanti.

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Si accende una lampadina

Millardet, incuriosito dalla situazione, approfondì la cosa. Notò che i grappoli imbrattati erano sani e non veniva-no più attaccati dalla peronospora, a differenza di tutti gli altri: era dunque il verderame la giusta medicina. Da quel momento in poi, finalmente, esisteva l'antidoto naturale alla malattia delle viti e pure il modo corretto di irrorarlo. Purtroppo però, la magica poltiglia fu impiegata dai viticoltori a dosi molto più alte di quelle consigliate dai tecnici. La cosa sfuggì per un periodo di mano e si capì (qualora ce ne fosse bisogno) che natura e scienza convivono a fatica.

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Il Verderame oggi

Oggi esistono tecnologie capaci di concentrare la distribuzione del Verderame solo dove serve, nonché di calcolare i tempi giusti attraverso un sistema di supporto alle decisioni che monitora e informa. La comunità scientifica è attiva da tempo sulla ricerca di nuove molecole, attingendo a composti naturali, ma siamo ancora nella fase di studio.

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